
In aula va di scena uno “scaricabarile”. Da una parte i fratelli Bianchi contro gli altri due imputati, dall’altra Belleggia e Pincarelli contro i Bianchi
Marco Bianchi impiega 33 minuti prima di fare il nome di Willy. Marco è il primo dei quattro imputati a parlare, per la prima volta, davanti alla Corte d’assise di Frosinone, presieduta dal giudice Francesco Mancini, che sta giudicando lui, il fratello Gabriele, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia per omicidio volontario.
Quello andato in scena, come l’hanno definito gli avvocati Domenico Marzi, difensore insieme a Vincenzo Galassi della famiglia dell’aiuto cuoco di Paliano, e Massimo Ferrandino, costituitosi per il comune di Artena (per gli altri comuni ci sono Vincenzo Pastorino e Maurizio Frasacco), è stato uno «scaricabarile».
Da una parte i fratelli Bianchi contro gli altri due imputati, dall’altra Belleggia e Pincarelli contro i Bianchi.
La versione dei fratelli
Bianchi È il pm Giovanni Taglialatela a interrogare Marco Bianchi. Il pubblico ministero gli chiede anche della Mma: «ho iniziato da quando avevo9-10 anni.
È uno sport come tutti gli altri». Il pm gli chiede conto del soprannome “Maldito, il maledetto”. «Era una voce», taglia Marco. Gli altri due imputati, li definisce non amici stretti.