
‘Vi racconto la mia vita’. Inizia così la lunga diretta di Fabrizio Pignalberi.
Sulla sua pagina social, il Presidente di Più Italia racconta, partendo dall’inizio e cioè dall’anno 2012, le vicende che lo hanno visto vittima di una vera e propria persecuzione.
Con la veemenza degna di un senatore dell’antica Roma, per due intensissime ore, Fabrizio Pignalberi parla a cuore aperto di tutto ciò che gli sta capitando. Le offese, le diffamazioni quotidiane e gli attacchi pesantissimi alla sua persona, non ultimo il post apparso qualche giorno fa sui sui social dove lo si dava per morto.
Un dramma che coinvolge l’uomo, padre di famiglia con tre figli, e il politico. Qualcosa di così pesante che poche persone potrebbero reggere tenendo la barra dritta.
Parte dall’origine di tutta questa intricata situazione e racconta alcuni episodi della sua vita. ‘Senza nascondere nulla – afferma – voi siete liberi di credere o non credere a ciò che vi dico’.
Trasmette la sua seguitissima diretta dalla sede del Partito Nazionale Più Italia e informa che ‘al termine della diretta il dischetto della registrazione verrà inviato alle Procure di Frosinone, Reggio Emilia, Milano e Roma’.
Con la sua appassionata autodifesa Fabrizio Pignalberi rimanda al mittente tutte le calunnie e le denigrazioni subite.
Cita i nomi ma non i cognomi (per ovvi motivi) delle persone coinvolte, mette in evidenza contraddizioni, sbugiardando affermazioni e dichiarazioni.
L’apologia della sua persona però … non è fatta di sole parole. Il Presidente di Più Italia mostra alla telecamera documenti scritti e audio. Con tre telefoni alla mano chiama in diretta i suoi due legali, l’avvocato Enrico Cancellier e l’avvocato Enrico Branco che seguono la questione da tempo, chiama anche alcuni dirigenti del partito e altre persone. Raccoglie testimonianze, fa loro domande su fatti, avvenimenti e circostanze. Smonta pezzo a pezzo il castello di nefandezze di cui è fatto bersaglio. Tutto questo mentre le manovre di disturbo telefonico anonime continuano incessantemente.