
Serena Mollicone, una volta uccisa, potrebbe essere stata trasportata a bordo di una Lancia K di proprietà di Franco Mottola, ex maresciallo dei Carabinieri finito sotto processo, insieme alla moglie Annamaria ed al figlio Marco, per l’omicidio della diciottenne di Arce? E’ il sospetto che hanno avuto l’inquirenti che, nel 2016, hanno dato il via alla nuova indagine.
Un aspetto questo che è emerso nel corso dell’udienza del processo in Corte d’Assise, che si sta svolgendo presso il tribunale di Cassino. A riferire del sospetto e spiegare nel dettaglio i motivi che lo hanno suscitato è stato il luogotenente dei Carabinieri Polletta, testimone dell’accusa. Il sottufficiale ha ricostruito aspetti fondamentali per l’esito delle indagini e tra questi proprio l’improvvisa sparizione della vettura in uso all’ex militare dell’Arma.
“Mottola in sede di interrogatorio ci ha riferito di aver venduto la vettura ad un concessionario in Campania ma riscontri effettuate proprio attraverso il commerciante non abbiamo avuto conferma a quanto da lui dichiarato”. Per quale motivo una macchina con appena 7 anni di vita avrebbe dovuto essere venduta improvvisamente e soprattutto a chi venne venduta? E’ questo il quesito che ha spinto la Procura ad ipotizzare che, per poter trasportare il corpo della studentessa liceale dalla caserma al bosco Fonte Cupa, sia stata utilizzata proprio la vettura della famiglia Mottola. L’udienza in Corte d’Assise ha poi fatto emergere altri aspetti che certo non alleggeriscono la posizione degli imputati ed in particolar modo quella di Marco Mottola.
Il testimone Polletta ha affermato che la giovane, il giorno che è stata uccisa, viaggiava lancia Y di proprietà di Marco Mottola che era alla guida, insieme ad altre due persone, un uomo ed una donna. Il militare ha riferito quando emerso nell’ambito di un’attività investigativa che si è concentrata sulle dichiarazioni rilasciate dalla titolare del bar La Valle. “Serena Mollicone, come riferisce Simonetta Bianchi, si sarebbe allontanata a bordo di una Y bianca con a bordo oltre che Marco Mottola anche un’altra donna ed un altro uomo”. Dettagli che la stessa riferisce, nelle ore successive alla scomparsa di Serena ed antecedenti al ritrovamento del cadavere, al maresciallo Franco Mottola, padre di Marco. “Se Mottola avesse verbalizzato quanto riferito dalla Bianchi in maniera chiara – ha precisato Polletta -, tutto sarebbe stato risolto in breve tempo”. Il testimone Polletta ha poi spiegato che è stato scoperto, attraverso i memoriali di servizio della caserma di San Giovanni Incarico, che Franco Mottola, di rientro da Frosinone insieme ai colleghi Cuomo e Pagliaroli, alle 10 circa già era presente a casa. Perchè i due militari sangiovannesi vergano il loro rientro nella stazione alle 10.20 dopo aver riportato in caserma ad Arce, il maresciallo Franco Mottola.